MATERIALE DI STUDIO
Capire il nuovo, governare il cambiamento: verso un progetto di residenzialità solidale per il nuovo millennio.
PROGETTO ARNIA
ABITARE RESIDENZE NON INVASIVE AUTONOMIZZANTI
Materiale di studio e di riflessione teorica a cura di Marina CONTI
INDICE
• Introduzione
• Le nuove emergenze socio-abitative
• 1° - l’inserimento della famiglia tutor o del tutor singolo con funzioni di custode sociale
• 2° - la struttura architettonica
• 5° - l’integrazione con il contesto urbano
INTRODUZIONE
Nella società occidentale attuale gli schemi familiari hanno subìto notevoli trasformazioni rispetto al passato: i processi di autonomia abitativa dei giovani, i nuovi flussi migratori, l’aumento della longevità e la formazione di famiglie monoparentali fanno si che la famiglia tradizionale non sia più l’unità sociale predominante. Tuttavia l’offerta abitativa, sia pubblica che privata, è basata su modelli obsoleti che non tengono conto dei nuovi gruppi sociali. L’invecchiamento della popolazione e la precarietà lavorativa stanno assumendo i caratteri di vera e propria emergenza e l’accesso al bene casa, tanto per i giovani quanto per gli anziani, sta diventando sempre più difficile.
L'argomento è di grande attualità, poiché nel nostro Paese la questione abitativa è fra i temi «caldi» dell'agenda politica: il mercato delle costruzioni, nell'ultimo decennio, ha realizzato quasi esclusivamente alloggi destinati alla vendita, in un contesto in cui l'accesso ai mutui ha rappresentato un investimento vantaggioso rispetto alla spesa per gli affitti, fino alla più recente fase rialzista del costo del denaro. Inoltre, in Italia, il progressivo ritiro del settore pubblico dagli investimenti immobiliari a fini sociali e la bolla speculativa del mercato immobiliare, che ha toccato insieme vendite e locazioni, hanno contribuito non poco ad allargare l'area del disagio, sbarrando o rendendo impervio l'accesso alla casa a vaste categorie di persone.
Le più recenti trasformazioni socio-demografiche delle strutture familiari, la crescita dei processi di precarizzazione e l’aumento della longevità di soggetti che subiscono le fragilità dell’età, sono alla base dell'attuale richiesta di abitazioni a canoni accessibili, non solo da parte dei ceti bassi ma anche da quelli medio-bassi. La domanda abitativa sociale è dunque oggi più articolata che in passato e comprende principalmente due aree: le situazioni in cui l'esclusione abitativa assume dimensioni non strutturali, come famiglie o persone socialmente integrate che tuttavia trovano difficoltà ad accedere al mercato dell'affitto (pensionati, coppie monoreddito, ecc.) e le situazioni di esclusione abitativa strutturale, in cui la mancanza di accesso alla casa si aggiunge ad una condizione di emarginazione o esclusione (spesso è il caso degli stranieri).
La questione abitativa si è quindi significativamente trasformata, il quadro è più complesso e vario:
− si sono assottigliati gli interventi di sostegno statali;
− sono cresciute alcune forme di disagio;
− si coniugano l’area del “rischio abitativo” e quella della vulnerabilità sociale
fino a toccare parti di popolazione non coinvolte in precedenza da questo problema, come per esempio persone della terza e quarta età a rischio di non autosufficienza.
È il caso, per esempio, di anziani dotati di una discreta capacità di reddito che non riescono a sostenere le spese relative alla abitazione propria ovvero al canone di affitto coniugate a quelle assistenziali, se non dovendo impegnare quantità della propria ricchezza percentualmente elevate esponendosi, di conseguenza, al rischio di scivolamento nell’area del disagio o della marginalità.
Sempre più spesso la domanda di casa si combina con altri tipi di richiesta: inserimento sociale, ricerca di un lavoro, supporto e assistenza alla persona.
L’intreccio tra questi diversi bisogni introduce nel campo dell’intervento abitativo situazioni nuove e complesse.
La domanda abitativa è restituita nel discorso pubblico sulla casa e nelle pratiche sociali e amministrative attraverso l’uso del termine “categorie deboli/vulnerabili - fascia grigia”. Tra queste, quelle più spesso indicate sono: gli anziani, sia soli, sia in coppia con uno dei coniugi con disautonomie o a rischio di non autosufficienza, gli immigrati, le coppie giovani, le famiglie monogenitoriali, le famiglie monoreddito.
Un’altra questione riguarda la relazione tra fattori abitativi di disagio e i più ampi processi di impoverimento e di marginalizzazione sociale. In diverse situazioni la casa rappresenta solo un elemento di un disagio più esteso, in altri casi è il supporto su cui si regge una condizione di equilibrio precario, in altri casi ancora si rivela essere una risposta eccessivamente pesante che limita, nel tempo, la possibilità di soddisfare altre esigenze elementari, bisogni assistenziali o la maturazione di progetti di emancipazione.
Il Progetto di Villaggio Orizzontale e Verticale che si realizza attraverso il percorso A.R.N.I.A. individua nuovi modelli residenziali integrati che possano trasformare le persone che ci vivono, ognuna con le proprie abilità, da soggetti passivi a residenti attivi.
Propone modelli di servizi abitativi solidali e di residenzialità sociale di qualità che si attuino attraverso percorsi che, a seconda delle risorse disponibili e delle esigenze del territorio e dei suoi abitanti, offrano soluzioni adeguate.
Il Progetto prevede di realizzare programmi immobiliari «misti» che mettono a disposizione alloggi e servizi a canone contenuto. Prevede inoltre per la gestione soluzioni innovative con nuovi profili operativi, come i soggetti tutor degli inquilini, sperimentati in diverse realtà italiane, per dare risposte concrete ai bisogni di sostegno, tutela, salute e di assistenza dei cittadini, integrando o sostituendo l'assistenza sociale e sanitaria e puntando su una responsabilità diretta del territorio.
Si tratta di interventi in soccorso delle fasce più deboli della comunità che arrivano direttamente dal suo interno, interventi capillari mirati a sostenere un bisogno che, diversamente, sarebbe gestito forse peggio e sicuramente in maniera economicamente più dispendiosa per gli enti sul territorio.
Stiamo parlando del cosiddetto micro-welfare, un sistema più agile e snello che presumibilmente sarà chiamato sempre più spesso a sostegno del vecchio, tradizionale e ormai malandato modello di welfare.
Il Progetto pone quindi l'accento anche sulla qualità del vivere, proponendo un'integrazione di politiche e di soggetti che aumenti l'«offerta sociale» e la coesione, giocando così un ruolo strategico nella riqualificazione complessiva della città e delle sue relazioni in una società sempre più anziana e sempre più "liquida" dove la polverizzazione dei rapporti familiari e la solitudine e il disagio degli individui sono crescenti, il medico di famiglia, l’Asl, l'ospedale, i servizi socio-assistenziali non sono assolutamente sufficienti e non danno risposte efficaci e capillari ai bisogni dei cittadini.
Soprattutto, si tratta di integrare misure abitative e misure sociali, lavorando sull'intreccio tra criticità abitative e altre forme di disagio. Pertanto, qualunque intervento deve uscire dai confini tradizionali dei singoli campi d'azione: politiche abitative, politiche del lavoro, politiche del reddito, politiche sociali, ecc. Per affrontare gli aspetti sociali del problema - relativi alla povertà, all'esclusione sociale, alla prevenzione, al sostegno e al contrasto della disabilità e della non autosufficienza - sono necessari strumenti ad hoc, differenziati anche dal punto di vista territoriale. La logica del “progetto locale integrato” prevede un approccio multi-dimensionale, intersettoriale e partecipativo, capace di rompere i circoli viziosi dell'esclusione e di avviare processi di re-inclusione, lavorando sulla ricomposizione del tessuto sociale locale.
Ripensare l'edilizia sociale non è solo un'esigenza quantitativa: il Progetto del Villaggio Orizzontale e Verticale prevede modalità d'intervento in cui gli aspetti immobiliari vengono studiati in funzione dei contenuti sociali, offrendo una molteplicità di risposte per le diverse tipologie di bisogni, dove il contenuto sociale è prevalentemente rappresentato dall'accesso a una casa dignitosa per coloro che non riescono a sostenere i prezzi di mercato, ma anche da una specifica attenzione alla qualità dell'abitare, al contenimento dell’isolamento, alla prevenzione della non autosufficienza, al sostegno ai soggetti fragili, al mutuo aiuto in ambito condominiale.
Il seguente report si pone come obiettivi l’introduzione di strumenti di supporto analitico e progettuale per la realizzazione di tipologie abitative che, inserite in un complesso di politiche residenziali e sociali volte a ridurre il disagio abitativo e le criticità specifiche di soggetti fragili, possano garantire un corretto mix sociale contribuendo a migliorare la qualità della vita e l’identità della comunità.
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