MATERIALE DI STUDIO



Capire il nuovo, governare il cambiamento: verso un progetto di residenzialità solidale per il nuovo millennio.


PROGETTO ARNIA


ABITARE RESIDENZE NON INVASIVE AUTONOMIZZANTI



Materiale di studio e di riflessione teorica a cura di Marina CONTI




INDICE


Introduzione

Le nuove emergenze socio-abitative

Focus sugli  anziani

  1. Orientamenti del welfare

  2. Il Progetto di Villaggio Orizzontale e Verticale nel percorso A.R.N.I.A.

1° - l’inserimento della famiglia tutor o del tutor singolo con funzioni di custode sociale

2° - la struttura architettonica

3° - la domotica

4° - il design

5° - l’integrazione con il contesto urbano

Conclusioni




IL PROGETTO DI VILLAGGIO ORIZZONTALE E VERTICALE NEL PERCORSO A.R.N.I.A.


Alcuni concetti chiave per comprendere quanto si propone il Progetto di Villaggio Orizzontale e Verticale attraverso il percorso A.R.N.I.A.: è un modello di vita sociale che tende ad aumentare le opportunità relazionali (capitale sociale); promuove l'autonomia e il ruolo attivo degli anziani e dei disabili (equità nella salute); favorisce la crescita dei bambini in contesti con altri adulti di riferimento oltre ai genitori (conciliazione dei tempi di vita); promuove l’incontro di chi ha bisogno di aiuto con chi ha bisogno di occupazione, bilanciando gli uni che danno con gli altri che ricevono (famiglie tutor); investe su valori quali la solidarietà e la condivisione come strumenti per contrastare l'isolamento, la solitudine e le patologie ad esse spesso correlate (prevenzione disagio psicosociale); privilegia l'adozione di metodi di costruzione ispirati alla bio-architettura (sostenibilità ambientale) e alla domotica (applicazione di tecnologia alla casa per migliorare il comfort, la quantità di servizi e la sicurezza di chi vive nella casa e contenere i costi); stimola la partecipazione collettiva alla realizzazione di spazi individuali e comuni (cittadinanza attiva); tende a ridurre costi e consumi per i singoli e la collettività (decrescita). In pratica, l'esperienza si può concretizzare in servizi abitativi solidali che abbiano come focus persone socialmente vulnerabili come anziani e disabili inseriti in un contesto abitativo con più persone eterogenee (coppie giovani, famiglie con figli, singles con o senza figli, migranti;) con la proposta di uno stile di vita meno individualistico e più sociale o 'solidaristico' in una realtà abitativa con spazi privati e spazi comuni: in essi i coabitanti possono coltivare molti dei propri interessi, singolarmente o in gruppo, pur mantenendo l'assoluta indipendenza del proprio spazio abitativo; particolare attenzione viene data alle cosiddette categorie fragili quali anziani e disabili.

La gestione di servizi abitativi solidali, così come prospettata nel Progetto, affinché sia globalmente sostenibile, ad oggi, deve necessariamente prevedere una condivisione partecipata delle responsabilità delle risorse, dei bisogni e delle azioni da parti di tutti gli attori.


Una delle priorità principali del Programma è di “mantenere e aumentare l’autonomia dei suoi inquilini anziani e disabili attraverso la garanzia di una residenza accessibile e adatta alle loro necessità come a quelle di altri soggetti socialmente vulnerabili, assicurare il diritto ad una vita qualitativamente degna, con mezzi e servizi che siano alla portata di tutti, offrendo la possibilità di mantenere la massima autonomia personale possibile garantendo, laddove non sia possibile, gli ausili tecnologici a supporto e la necessaria protezione per evitare le situazioni di disequilibrio esistenti; rafforzare le relazioni di attenzione sociale e promuovere dinamiche partecipative, intergenerazionali, attraverso servizi abitativi a basso impatto ambientale e economico.

Il Programma affronta il tema dell’abitare in modo integrato e considera, pertanto, oltre alla dimensione fisica quella economica (sostenibilità delle spese abitative), quella  sociale  e quella territoriale  in cui si realizzeranno le esperienze previste.”


Il Programma presenta caratteristiche di innovazione perché prevede di  estendere le nozioni convenzionali di edilizia sostenibile:

  1. all’attenzione per l'efficacia economica e sociale, per i valori della solidarietà della condivisione e reciprocità;

  2. all’impiego di tecnologie avanzate attraverso piattaforme domotiche integrate inserite in tutte le tipologie di residenze, per l’innalzamento dei livelli di qualità e sicurezza, l’implementazione dei risparmi energetici e l’ottimizzazione gestionale;

  3. alla sperimentazione di nuovi profili professionali come la famiglia tutor con la funzione di attivare risorse esistenti intorno agli inquilini che per le loro fragilità necessitano di aiuto, garantendo prevenzione, vigilanza, protezione, sicurezza e sostegno, mobilitando quei nodi della rete alternativi agli interventi di assistenza sociale tradizionale, contrastando i ricoveri in strutture ospedaliere e residenziali e realizzando nel contempo un contenimento dei costi.


Il Progetto individua quattro opzioni abitative che possono integrarsi:

  1. 1.intervento su presidio esistente: prevede l’implementazione di una struttura residenziale per la terza e quarta età esistente con una parte di nuova costruzione concepita come servizi abitativi solidali consistenti in un numero limitato di alloggi monofamiliari o bifamiliari. Questa opzione individua risposte a bisogni di sostegno e di garanzia con la disponibilità di alloggi per cittadini in situazione di svantaggio. Con l’allestimento di mini-alloggi con ingresso indipendenti dalle strutture residenziali, ma funzionalmente collegati ad esse. Il Programma permetterà di prevedere strutture adibite alla residenzialità temporanea o continuativa rivolte ad una pluralità di situazioni in modo da dare una risposta immediata all’emergenza casa, favorire l’integrazione, potenziare il sostegno alla persona e contrastare il disagio sociale, in un contesto ricco di servizi socio-assistenziali, ricreativi, con incentivazione alla partecipazione attiva dei beneficiari. La tipologia di inquilini è prevalentemente rivolta a nuclei bifamiliari di cui uno dei componenti è in difficoltà per fragilità socio- psico-fisiche. I destinatari saranno perciò nuclei che, esclusi per ragioni di reddito dall’accesso all’edilizia residenziale pubblica, non sono in grado tuttavia di sostenere i prezzi di mercato e che necessitano, per le caratteristiche delle loro situazioni, sia di una specifica attenzione alla qualità dell’abitare con soluzioni integrate per le diverse tipologie di bisogni (assenza di barriere architettoniche, monta lettighe, corrimano, pavimenti antisdrucciolo, servizi igienici attrezzati per disabili, domotica, sicurezza abitativa, ecc.), sia di un contesto in grado di fornire tutela ed eventualmente interventi socio-sanitari e di sostegno a bassa intensità.

  2. 2.recupero edilizio: prevede la ristrutturazione completa di un edificio dismesso e la realizzazione di un condominio, una creazione ibrida di residenze individuali all'interno di una matrice verticale con zone comunitarie e servizi aperti al quartiere. Questo ambito è dedicato agli interventi che mirano a sviluppare nuovi modelli di abitare solidali, di rinforzo delle comunità locali e che si concentrano sulle unità territoriali del condominio e dell'isolato. Rientrano in questo ambito interventi indirizzati a migliorare la qualità delle relazioni tra condomini, tra generazioni, tra il condominio e i servizi del quartiere e finalizzati a promuovere la partecipazione attiva dei residenti (a titolo di esempio: sviluppo di pratiche di vicinato solidale, interventi di tutor di condominio)

  3. 3.nuova architettura: prevede la costruzione di un nuovo edificio che contenga una serie di unità abitative come servizi abitativi solidali come al punto 2;

  4. 4.strutture in rete: prevede di risolvere i problemi di residenzialità utilizzando strutture residenziali socio assistenziali e sanitarie esistenti sul territorio con vocazioni diverse e mettendo in condivisioni energie e risorse a vantaggio delle fasce fragili residenti in abitazioni con impianti domotici collegati alle strutture di riferimento, di elezione Residenze Sanitarie  Assistenziali. Garantisce progetti-servizi diffusi (consegna pasti, accessi di infermieri e operatori socio sanitari, ecc.) per favorire la permanenza nel proprio ambiente di vita e le possibilità di interventi dal "basso", cioè, partendo dai bisogni effettivi del territorio, facendo "rete" intorno al disagio sociale e socio sanitario evitando, così, che possa trasformarsi in esclusione sociale o in ricoveri istituzionalizzati impropri. Questo approccio, consente di offrire risposte personalizzate alle esigenze dei cittadini, realizzando così un vero e proprio Sistema Persona.


Il Villaggio Orizzontale utilizza una superficie diffusa e definisce un organismo microurbano o rurale.  Tale microsistema utilizza un tipo di logica compositiva nella quale l'organizzazione appare individuata da 'aree', 'zone', 'intorni', che determinano più poli. In tal modo si ottiene una pianificazione in cui la gerarchia urbana è sottolineata da questi nodi che fungono da catalizzatori e che determinano delle aree di centralità.

La preponderanza del fattore economico sugli altri aspetti della vita aggregata e la dimensione universale, immateriale, a-territoriale degli scambi commerciali e finanziari a livello mondiale, mentre inducono al miraggio del “villaggio globale”, innescano un processo di omologazione culturale, frammentazione del legame sociale e straniamento dai problemi collettivi. Per la pianificazione urbana e territoriale questi cambiamenti sono sfide che nella pratica danno la possibilità di inserire criteri di sostenibilità ambientale, sociale e culturale, quando sono altre le logiche che costruiscono la città contemporanea.

Si rileva anche l’esigenza di nuove forme di vita e partecipazione pubblica contrastando i fenomeni quotidiani della perdita del legame sociale come conseguenza della perdita della propria storia e memoria, e delle reti sociali che li tramandano di generazione in generazione, per realizzare un tentativo di recuperare una coscienza condivisa sui problemi della comunità e sulle possibilità di miglioramento della qualità della vita, in particolare attraverso l’elaborazione di strategie innovative che utilizzino lo strumento della partecipazione sul territorio, coinvolgendo realtà associative e semplici cittadini nella costruzione di un “interesse comune”, che riesca a sua volta a superare gli interessi promossi dal modello culturale della globalizzazione.


Sarebbe più corretto tradurre il termine villaggio orizzontale con “comunità intenzionale eco-sostenibile e domotica”, perché quando si parla di villaggio orizzontale si intende una comunità caratterizzata da due elementi fondamentali: intenzionalità ed eco-sostenibilità.

Una comunità intenzionale è: “un gruppo di persone che hanno scelto di  cooperare insieme con l’obiettivo di un ideale o una visione comune. Possono essere di dimensioni e struttura organizzativa tra le più varie, così come i valori fondanti che possono essere: sociali, economici, spirituali, politici e/o ecologici. Perlopiù sono rurali”.

I villaggi orizzontali si ispirano a criteri di sostenibilità ecologica, socio assistenziale, culturale ed economica, intendendo per sostenibilità l’attitudine di un gruppo umano a soddisfare i propri bisogni senza ridurre, ma anzi migliorando, le prospettive delle generazioni future e utilizzando la domotica.

Un villaggio orizzontale  è qualcosa di più della semplice condivisione di uno spazio e di qualche elettrodomestico, si tratta di condividere una visione e sperimentare concretamente nel quotidiano uno stile di vita in armonia con la natura basato sui valori di solidarietà, partecipazione, eco-sostenibilità e sobrietà.


Il Villaggio Verticale si sviluppa in altezza e definisce un edificio a torre.

Si ipotizza la realizzazione di un complesso abitativo con appartamenti dotati di comfort, sicurezza e domotica per soggetti specifici (anziani, persone con disabilità, giovani coppie, famiglie monoparentali, migranti e persone a rischio di esclusione sociale). Al piano terra vengano realizzati i servizi aperti anche al quartiere (a titolo esemplificativo: biblioteca, poliambulatorio, palestra, lavanderia a gettoni, baby parking, centro civico). I coinquilini potranno sottoscrivere patti di mutuo aiuto nei quali le persone diventano vicendevolmente risorsa le une per le altre. Si creeranno momenti di incontro imperniati sulla condivisione, dove si eserciteranno il racconto e l’ascolto senza giudizio. Si potranno instaurare modi di concretizzare il legame anche sul piano economico, attraverso varie forme di condivisione dei beni, oppure con una revisione critica dei propri consumi riferendosi all’esperienza dei Bilanci di Giustizia, partecipando a Gruppi di Acquisto Solidale, o partecipando a forme di risparmio etico.

L’interno dialogherà con l’esterno cercando continue occasioni di incontro, scambio e osmosi.


Il Programma terrà conto di variabili che riguardano gli aspetti fisici e morfologici del contesto, la sua dotazione di infrastrutture, le peculiarità dei processi storici che hanno condotto alla conformazione attuale, ecc. Fra di esse, in ogni caso, un ruolo essenziale svolgeranno i fattori che si riferiscono alla popolazione insediata, alle sue caratteristiche demografiche, alla sua composizione sociale, alle attività in cui essa è impegnata, ai livelli di istruzione, ai rischi di disagio sociale e non autosufficienza, alle problematiche abitative e così via. Questa tipologia di variabili sarà di particolare importanza in quanto evidenzia la relazione che sussiste tra l'intervento progettuale e quelli che possono essere considerati i suoi destinatari finali, ovvero i soggetti sociali che abitano ed operano in una determinata area ed interagiscono con l'ambiente costruito. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che ogni intervento sul territorio - sia che esso arricchisca o modifichi la dotazione edilizia o infrastrutturale, sia che ridefinisca il quadro delle attività insediate - è, comunque, destinato a incidere sulle condizioni in cui si svolge la vita sociale ed economica di una popolazione locale e ad influenzare la qualità della vita dei soggetti.

Le tipologie abitative previste dal Progetto hanno come elementi comuni la realizzazione di complessi ibridi, che prevedono servizi aperti anche alla cittadinanza, la piattaforma domotica integrata, la famiglia “tutor del servizio abitativo” per garantire la necessaria protezione e contrastare le situazioni di disequilibrio esistenti, le unità di vita modulate per singoli inquilini, coppie e famiglie più numerose, le zone comunitarie (sala riunioni, soggiorno, cucina comune, servizi igienici collettivi, lavanderia, ecc.).

Sono destinati prioritariamente a persone di età superiore a 65 anni e a persone con disabilità motoria, ma anche a famiglie monoparentali con minori, a migranti, a coppie giovani e vengono cedute in regime d’uso ed occupazione, con un canone di affitto sociale ed una quota complementare per la manutenzione ed i servizi offerti, in particolare il tutor.


Le tipologie abitative previste dal Progetto hanno alcune caratteristiche peculiari, che lo fanno essere una iniziativa sperimentale. Prima fra tutte il fatto di essere un “luogo”: un posto cioè, dove è importante il nome delle persone, la loro storia, dove chi ci abita è posto al centro; ed è proprio per questo che è diverso dagli altri edifici, dove spesso si vivono storie di solitudine o semplicemente dove si è sovente indifferenti all’altro; ma è per gente normale: uomini, donne, bambini che hanno avuto percorsi di vita più complicati di altri, ma che come tutti fanno una vita normale, fatta di piccole cose, giorno dopo giorno.


L’alloggio standard ha il doppio delle dimensioni previste dalle normative regionali per una camera doppia di un nucleo RSA in modo da permettere eventualmente una riconversione del condominio in struttura residenziale. E’ caratterizzato da un’alta flessibilità degli spazi e, date le dimensioni contenute, non ha quasi bisogno di partizioni interne, che in generale avvengono con pannelli e porte scorrevoli. Lo schema tipologico è semplice: uno spazio interno che fonde l’ambito della cucina con la zona più pubblica della casa, il soggiorno e l’ingresso, creando una zona comune aperta; a parte, la zona notte composta da camera da letto matrimoniale e dotata di un bagno, completamente accessibile.


Ogni alloggio, come ogni complesso abitativo in cui insiste, è, infatti, privo di barriere architettoniche e dotato di tutti quegli accorgimenti tecnici che permettono di condurre una vita in condizioni di totale sicurezza: assenza di barriere architettoniche, bagni con docce a suolo continuo, pavimento antiscivolo; prese di corrente accessibili ad una altezza minima di 50 cm dal suolo; produzione di energia con l’ausilio di pannelli solari o fotovoltaici; riscaldamento; luci di emergenza, sistema di allarme connesso direttamente alla reception; bagno accessibile, sistema antincendio e antintrusione.

Il Progetto prevede di agevolare la vita quotidiana dei condomini attraverso l’implementazione di servizi telematici, di tecnologie applicate alla domotica, di telemedicina. Per far fronte alle dimensioni contenute dell’unità di vita standard sono previsti spazi comunitari in cui gli abitanti possono condividere le attività più sociali e comunitarie: sale comuni, lavanderie, biblioteca, mensa, ambulatorio medico e palestra garantiscono agli utenti l’integrazione nel complesso residenziale e nel suo intorno fisico.


L’innovatività e l’efficacia di questo modello abitativo consistono negli effetti positivi capaci di generare e nei meccanismi sociali che produce, in quanto in grado, attraverso l’inserimento di un edificio “ibrido” dotato di residenza e servizi, di “fare città”, ed in particolare:

  1. di trasformare le vulnerabilità sociali degli inquilini in risorse attraverso l’integrazione e il mutuo aiuto

  2. di prevenire e contrastare la non autosufficienza attraverso la domotica e modalità di assistenza innovative come la famiglia tutor

  3. di costituire un sensore del territorio, che collabori nella elaborazione di risposte il più possibile aderenti ai bisogni delle fasce fragili

  4. di ridurre i ricoveri in strutture ospedaliere o residenziali

  5. di sopperire alle carenze dei servizi sociali e domiciliari


E’ un intervento che va al di là della sommatoria elementare di moduli abitativi e prevede alcuni elementi caratterizzanti:

1° - l’inserimento della famiglia tutor o del tutor singolo con funzioni di  custode sociale

2° - la struttura architettonica

3° - la domotica

4° - il design

5° - l’integrazione con il contesto urbano

filosofia.html
homeprehome.htmlprehome.htmlshapeimage_2_link_0